Cinquant'anni fa, nella primavera del 1968 - che in realtà rappresentava il ritorno all'inverno per la comunità afroamricana - nella città natale di Aretha Franklin, Memphis, un maledetto proiettile zittì per sempre Martin Luther King.
Lo schock fu tremendo e, proprio "Lady Soul" fu una delle prime voci a spezzare quello sgomento che attanagliava il cuore, la mente e la gola di milioni di "neri" negli USA: la pianista invocò rabbiosamente RISPETTO, quello stesso rispetto che l'America non aveva mai concesso alla comunità e, di cui, l'assassinio del "Reverendo" rappresentava la risposta più brutale e drammatica.
Era il 1968 e la meravigliosa voce della "Regina del Soul" intonò il suo grido al funerale del leader afroamericano. Una rabbiosa pretesa di rispetto:
"Abbiamo tutti bisogno e chiediamo
Rispetto,
Uomo o Donna, Bianco o Nero.
E' il nostro
diritto umano fondamentale"
(Respect, Rispetto, 1967/1968 - Funerale di Martin Luther King)
La FOTO DEL GIORNO che abbiamo scelto oggi è quella storica che ritrae l'icona della #BlackMusic mentre canta per Martin Luther King.
Alcuni anni dopo quella dolorosa performance, Aretha Franklin, tornò a spiegare cosa volesse dire "essere afroamericani"; cosa rappresentasse il dover vivere la "condizione di cittadini mal tollerati e mal sopportati" da parte dei bianchi.
Era il 1973 :
"Essere afroamericani
è una grande sensazione,
ma significa anche lottare
sempre e questo genera
dolore. E' una sfida continua
sopratutto per le donne"
(Aretha Franklin, 1973).
(Fonte.:archivio fotografico africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
Link
-https://africalandilmionuovoblog.blogspot.com
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