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domenica 5 agosto 2018

Quella irrefrenabile voglia di Reggae che fa incontrare Sting&Shaggy





L'estate è la stagione che più si addice all'irresistibile "ritmo 4/4 in levare" meglio conosciuto come #Reggae, la musica, il "suono del popolo" - come dichiarò una volta Bob Marley in una celebre intervista che andò in diretta sulle frequenze della Bbc - e, allora, non stupisce affatto se, proprio dall'incontro dell'ex bassista e cantante dell'indimenticato gruppo inglese #ThePolice e Shaggy, in giro per il mondo e, sopratutto nel vecchio continente  è nuovamente scoppiata la "mania del reggae".

La voglia di lasciarsi cullare dal ritmo ipnotico, ossessivo, avvolgente del sound caraibico in un crescendo di emozioni che, in qualche modo accompagnano gli appassionati mentre ascoltano il gradevolissimo album del "duo d'eccezione" : un disco di inediti intitolato "44/876".





Tutto ha avuto inizio quando Shaggy contattò Sting per coinvolgerlo in un concerto-evento andato in scena, nel mese di gennaio, a #Kingston che serviva per aiutare l'ospedale pediatrico della capitale della Giamaica.

E' nato dunque così - come evento unico - il "duetto dell'estate 2018".
In quell'occasione i due artisti cantarono per la prima volta, una canzone - scritta proprio per questa occasione - : si tratta di "Don't Make Me Wait".
La canzone fu talmente bene accolta dal pubblico di Kingston che, Sting&Shaggy decisero di allargare la collaborazione con un intero album.




Se da un lato "Don't Make Me Wait" è il classico "singolo" di forte impronta caraibica, nell'album, vi sono altri brani di ottima fattura (e nella quale si può tornare ad ascoltare Sting  che torna ad avere un'irrefrenabile voglia di Reggae, la stessa che seppe dare il via all'intuizione geniale che sfociò nei #Police unendo, in modo irresistibile le strade sonore tra Rock&Reggae n.dt) come "Dreaming in the U.S.A.".

Appare così naturale che questa collaborazione esloda (letteralmente!) nell'happenig-live.


  


Durante il concerto i due artisti si divertono e fanno divertire: non c'è nessuna formula magica ma solo l'intelligente incontro tra i capolavori di Sting (sia dell'era dei Police sia di quella solista) e i super-hit firmati da Shaggy.
Sul palco ci sono i musicisti preferiti (da molto tempo ormai) dell'ex Police. Vale la pena di menzionarli, a cominciare da Josh Freese alla batteria e, completamente a suo agio con il ritmo 4/4 in levare, e poi Dominic Miller, il chitarrista di fiducia del cantante e bassista inglese e, ancora Rufus Miller, altro chitarrista che segue Sting da molti anni. A braccetto con questi musicisti c'èla band di Shaggy (nato a Kingston nel 1968) : Monique Musique e Gene Noble ai cori e Kevon Webster alle tastiere.

L'apoteosi finale arriva con "Walking on the moon" celebre brano dei Police che per l'occasione diventa ancora più ipnotico per consentire l'attracco finale della citazione che avrà fatto venire più di qualche brivido agli appassionati del sound giamaicano ... in una magica alchimia "al rallenty" ecco materializzarsi lo spirito ribelle, rivoluzionario per celebrare e rendere omaggio sia a Bob Marley e Peter Tosh sia ai diritti civili con le note e le parole di "Get Up, Stand UP" (Alzati, lotta e combatti per i tuoi diritti).

Niente male per un periodo storico così complesso dove, a farla da padrone sono i vecchi-nuovi egoismi e, i rigurgiti razzisti in nome del sovranismo in Europa come negli USA e in Africa.

(Fonte.:repubblica;corrieredellasera)
Bob Fabiani
Link
-www.repubblica.it;
-www.corriere.it  

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