TAG - AfricaLand Storie e Culture africane

AFRICA - Anc - DIASPORA - Segregazione razziale - - DIRITTI UMANI - migrazioni - TORTURE - RAZZISMO - Lotte anti-Apartheid - AFRIKANER - Afroamerican - LIBIA - lager libici - Libertà - Rwanda - genocidio rwandese - Namibia - genocidio dimenticato - Donald Trump - trumpismo - NELSON MANDELA - APARTHEID - SUD AFRICA - THOMAS SANKARA - Burkina Faso - rivoluzione burkinabé - STEVE BIKO - MARTIN LUTHER KING - i have a dream - slavers 2017-2018 - schiavitù - SCRITTORI D'AFRICA - Negritudine - PANAFRICANISMO - AFROBEAT - FELA KUTI - NIGERIA - BLACK MUSIC - BLACK POWER - BLACK LIVES MATTER - SELMA - Burundi - referendum costituzionale - Pierre Nkurunziza - presidente onnipotente - Madagascar - Place du 13 Mai - Antananarivo - Madagascar crisis - Tana Riot -Free Wael Abbas - Egitto- Piazza Tahir- Rivoluzione2011- Al Sisi - Italia - Esecutivo Giallo-Verde - osservatorio-permanente - Storie-di-Senza-Diritti-Umani - Barack Obama - Obama Years- Dakar2021 - World Water Forum - ChinAfrica - Brics - ambiente - Climate Change - FOTO DEL GIORNO - REGGAE -#mdg2018 - #MadagascarDecide - 'AL DI LA' DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO' - IL ROMANZO - #GiletsJaunes - Afroitalian - Walter Rodney - Brexit - Coronavirus - #LEDITORIALE - News For Africa - I Can't Breathe - #USA2020

venerdì 10 luglio 2020

George Floyd disse per venti volte "Non respiro"








"In America si è rotto qualcosa"
(Don Winslow, scrittore)







Nei giorni scorsi, in America, sono state rese pubbliche le trascrizioni ufficiali delle bodycam degli agenti di polizia dell'arresto di George Floyd, a Minneapolis; un arresto che portò l'afroamericano alla morte.

Nei lunghissimi 8 minuti e 46 secondi in cui l'agente Derek Chauvin gli tenne un ginocchio sul collo, George Floyd iniziò a dire: "I can't breathe (Non reespiro)".
Lo ripeté per ben 20 volte senza tuttavia impietosire i suoi assassini razzisti. Per tutta risposta venne irriso: "Smettila di parlare. Ci vuole molto ossigeno per parlare", disse l'agente-assassino Derek Chauvin, lo stesso che teneva il ginocchio sul collo dell'afroamericano che poi morì in modo atroce e disumano.

Fu la scintilla che incendiò gli Stati Uniti e portò alle proteste del movimento Black Lives Matter. Le trscrizioni di queste conversazioni vengono dai video delle bodycam indossate dagli agenti e non dai filmati dei passanti che finora erano gli unici noti. Il video della telecamera di uno degli agenti mostra la scena in modo drammatico.

"Mi uccidono", diceva il 46enne mentre era immobilizzato sul selciato di Minneapolis.
(Fonte.:theatlantic)
Bob Fabiani
Link
-www.theatlantic.com

Nessun commento:

Posta un commento