Mentre l'America è in recessione (conseguenza della pandemia) e i decessi da coronavirus hanno raggiunte oltre 150mila, il tycoon, #TheDonald lancia l'dea folle: "ritardiamo il voto".
E divampano le polemiche.
Donald Trump è riuscito ad attirarsi rimproveri da parte di repubblicani e democratici dopo aver scritto un tweet in cui ventilava la possibilità di posticipare le elezioni del 3 novembre, affermando, senza prove, che votare in sicurezza per posta sarebbe un "disastro catastrofico" che porterebbe a risultati fraudolenti.
"Con il voto per posta quella del 2020 sarà l'elezione più INACCURATA e FRAUDULENTA della storia. Sarà un grande imbarazzo per gli Stati Uniti. Ritardare le elezioni fino a quando le persone possano votare in modo corretto e sicuro???".
Con questo tweet, un Trump sempre più disperato cerca di gettare "fumo agli occhi" degli elettori statunitensi nel tentativo di restare ancorato alla poltrona della Casa Bianca.
In realtà però Trump non può rimandare le elezioni, questo potere spetta solo al Congresso. E allora perché il tycoon se ne è uscito con questo "tweet a sensazione"?
Semplice, per impedire il voto degli elettori, in particolar modo della comunità afroamericana.
-La stima del Bureau of Economic Analysis
La genesi del tweet di ieri pare abbastanza chiara. L'esternazione è arrivata la mattina alle 8.46 dopo che, alle 8.30, era stata diffusa una stima del Bureau of Economic Analysis, riguardo una contrazione record del Pil USA pari al 32,9% su base annuale. Il calo maggiore mai registrato e, visto che è il secondo calo trimestrale consecutivo, porta gli USA direttamente in recessione. Non è lo scenario migliore per un candidato che ha fatto del successo dell'economia il suo principale cavallo di battaglia per la rielezione.
-Il drammatico contrastro all'epidemia dell'amministrazione Trump
L'altro dato che si è abbattuto su Trump ieri è stato proprio quello dell'epidemia: in 24 ore 1.400 decessi da Covid-19, vale a dire circa uno al minuto. Tra questi Herman Cain, aframericano, uomo d'affari, ex candidato tea party nelle elezioni del 2012, diventato sostenitore di Trump.
Cain aveva preso parte all'ormai famoso comizio del 20 giugno a Tulsa, da dove aveva twittato tutto il suo entusiasmo per essere a un evento politico che non richiedeva distanziamento sociale e mascherina. Proprio l'uso della mascherina, invece, è diventato obbligatorio alla Camera: Nancy Pelosi (Dem) ne ha ordinato l'uso a legislatori e membri del personale della Camera, pena l'allontanamento dal Congresso.
La mossa è arrivata in risposta al deputato repubblicano texano Louie Gohmert, risultato poi positivo al test. Quando ha annunciato di aver contratto il "virus Wuhan", ne ha imputato la causa all'aver occasionalmente indossato la mascherina.
Ma il tycoon si trova in difficoltà e in svantaggio nei sondaggi nei confronti di Biden - esponente del partito democratico per la corsa presidenziale 2020 -: Trump 37% - Biden 52% - anche per le sue posizioni dichiaratamente a favore dei suprematisti bianchi sul fronte della "questione razziale". Ma anche l'invio delle squadre speciali a Portland al momento non è servito a #TheDonald.
-L'ultimo saluto a John Lewis
La mascherina non è stato un optional alla cerimonia funebre di John Lewis, storico militante per i diritti civili degli afroamericani e deputato della Georgia. Trump, come fatto con altri due suoi oppositori eccellenti, Elijah Cummings e John McCain, non si è presentato al funerale insieme agli ex presidenti Bush jr, Clinton e Barack Obama.
Nel suo discorso Obama si è più volte rivolto senza nominarlo a Trump, parlando di "coloro al potere" che affrontano le proteste con i lacrimogeni e cercano di impedire che si voti demonizzando il voto per posta.
"C'è un attacco a ciò per cui John ha combattuto - ha detto Obama - E' un attacco alle nostre libertà democratiche e dovremmo trattarlo come tale. Onoriamo John rivitalizzando la legge per la quale era disposto a morire".
(Fonte.:theatlantic)
Bob Fabiani
Link
-www.theatlantic.com
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