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sabato 25 luglio 2020

News For Africa n°22 (il continente informa)









Nuovo appuntamento con le notizie da tutto il Continente africano: ogni settimana, AfricaLand Storie e Culture africane seleziona le migliori notizie settimanali con i siti, i quotidiani e i settimanali d'Africa e del resto del mondo.
In questo numero:



  • Covid-19-Africa, la pandemia accelera: 750 mila casi
  • Nordafrica, chi apre e chi chiude
  • Egitto, oltre la linea rossa
  • Mali, il volto islamico delle proteste
  • Zimbabwe, repressione continua. Arrestato il giornalista investigativo Hopewell Chin'ono




-Covid-19-Africa, la pandemia accelera: 750 mila casi




L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha ribadito "le proprie preoccupazioni per il progressivo aumento dei casi di coronavirus nel continente africano". Che ha superato il traguardo di 750mila casi confermati, secondo quanto riferito dall'OMS e riportato da Reuters mercoledì scorso: "Un allarmante aumento di oltre 250mila casi in poco meno di due settimane, che è un segnale di possibili ulteriori epidemie nel continente", come quella di Ebola nella zona della Repubblica Democratica del Congo, ha affermato l'OMS.

"Stiamo iniziando a vedere una continua accelerazione della trasmissione in numerosi paesi dell'Africa Subsahariana  - ha dichiarato all'Afp l'epidemiologo Michael Ryan, responsabile dell'OMS per le emergenze in Africa - anche perché i casi stanno aumentando in paesi già fragili, colpiti da conflitti e carestie, che ospitano al loro interno migliaia di profughi e sfollati".

Se inizialmente la pandemia ha colpito uno dei paesi più ricchi del continente, il Sudafrica, con oltre la metà dei contagi (oltre 373mila) e un terzo dei decessi (5mila su 16mila morti nel continente), "attualmente sta accelerando nei paesi più poveri".

L'arrivo relativamente lento della pandemia ha dato al Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa-Cdc) il tempo di coordinarsi con i diversi governi e ha mantenuto una progressione "controllata" in tutto il continente, grazie alle misure di chiusura, di prevenzione e di distanziamento attuate.

"L'apertura delle frontiere e l'abbandono di misure preventive in numerosi paesi africani, legate anche a problematiche sociali ed economiche - ha dichiarato John Nkengasong, direttore dell'Africa-Cdc - hanno fatto accelerare la diffusione del virus, sopratutto tra rifugiati, migranti e sfollati, con oltre 29 milioni a rischio".

Come afferma il recente rapporto di Human Rights Watch (Hrw) su "Effetti del Covid-19 e il suo impatto nel continente africano", il coronavirus "non ha minimamente fermato o arrestato i conflitti in essere del continente come in Libia, Sahel o Corno d'Africa". "I più colpiti dall'epidemia  - continua il report - cominciano a essere donne, anziani e bambini in fuga da un conflitto, con risorse scarse o inesistenti".

Profughi che vivono "in campi informali troppo densi per l'allontanamento sociale, con scarsa igiene, accesso limitato all'acqua pulita e una totale carenza di strutture sanitarie adeguate".

Altra problematica, legata alla pandemia e ai conflitti, è "la progressiva diminuzione di aiuti adeguati e di operatori umanitari, con una situazione che ha esacerbato ancor più l'insicurezza alimentare e sanitaria" conclude il report.
A questo si unisce l'insicurezza dei pochi cooperanti presenti. Cinque operatori nigeriani, tra cui un dipendente della ong francese Action contr la Faim, sono stati uccisi dal gruppo jihadista Stato Islamico dell'Africa occidentale (Iswap).
Giovedì Iswap ha pubblicato il video della loro brutale uccisione. L'ONU, per voce di Edward Kallon, coordinatore in Nigeria, ha dichiarato di essere "sconvolta per l'ennesima uccisione di operatori umanitari, visto che dal 2016 ne sono stati uccisi in Africa quasi un centinaio".
(fonte.:reuters;afro.who.int;afp)




-Nordafrica, chi apre e chi chiude






"La crisi politica in Tunisia non è mai stata così profonda dall'inizio della transizione democratica nel 2011", scrive Le Temps.
Il 15 luglio si è dimesso il primo ministro Elyes Fakhfakh, accusato di conflitto d'interessi. A febbraio la nomina di Fakhfakh aveva promesso di superare uno stallo di quattro mesi, in cui nessun partito era riuscito a formare un governo dopo le legislative dell'ottobre precedente.
I politici  - compresi quelli del partito islamista Ennahda - "stanno raccogliendo quello che hanno seminato e hanno completamente perso la fiducia dei tunisini", conclude il quotidiano. 
Intanto la Tunisia ha accolto il 19 luglio a Djerba il primo volo di turisti europei in tre mesi, nel tentativo di salvare una stagione turistica compromessa dalla pandemia.
Mentre Tunisi è riuscita a limitare la diffusione del virus (i casi ufficiali sono 1.347, con 50 decessi), dalla fine di giugno la vicina Algeria fa i conti con un'impennata di contagi: il bilancio è di più di 24mila casi registrati e 1.100 decessi.
La situazione negli ospedali è grave e si moltiplicano le proteste dei medici e del personale sanitario nelle province colpite dal virus, dove sono state reintrodotte misure di confinamento, scrive El Watan.
Un gruppo di scienziati ha inoltre rivolto un appello al governo perché sospende le celebrazioni per l'Aid al Adha, che cominciano il 30 luglio.
(fonte.:letemps;elwatan)




-Egitto, oltre la linea rossa







Il parlamento ha approvato all'unanimità il 20 luglio un possibile intervento militare in Libia, se le forze del governo di Tripoli, sostenute dalla Turchia, proseguiranno l'offensiva verso est.
Nel conflitto libico l'Egitto sostiene il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte dell'est del paese nordafricano.
Come spiega Al Ahram, il presidente Abdel Fattah al Sisi aveva dichiarato che l'Egitto non sarebbe rimasto "inerte" se fosse stata oltrepassata la linea rossa di Sirte.
(fonte.:english.ahram.org.eg)





-Mali, il volto islamico delle proteste









Mentre in Mali si moltiplicano i tentativi di mediare tra il governo e l'opposizione che vuole le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keita, i manifestanti hanno continuato il 20 luglio le azioni di protesta creando barricate e cercando di bloccare strade e ponti a Bamako e in altre città.

"Ma fin dove è disposto a spingersi l'imam Mahmoud Dicko? L'ex presidente dell'Alto consiglio islamico è il volto più noto delle proteste e i manifestanti rispettano la sua autorità. Dicko ha unito intorno a sé marxisti e liberali, socialisti e religiosi. Con i suoi discorsi antimperialisti ha sedotto i giovani", scrive Jeune Afrique, aggiungendo che i maliani non sembrano disposti a rinunciare alla laicità dello stato.
(fonte.:jeuneafrique)


-Zimbabwe, repressione continua. Arrestato giornalista investigativo Hopewell Chin'ono





Hopewell Chin'ono, è il giornalista investigativo dello Zimbabwe che aveva scoperto uno scandalo miliardario che coinvolge funzionari del governo, è stato arrestato il 20 luglio nella sua abitazione ad Harare, la capitale del paese africano.
L'arresto è aumentato poco dopo la pubblicazione della sua inchiesta, su contratti a prezzi gonfiati (e conseguenti tangenti) siglati dal ministero dello Salute per l'acquisto di medicinali o dispositivi di prevenzione personale per contrastare il Covid-19.
(fonte.:focusonafrica)
Bob Fabiani
Link
-https://africalandilmionuovoblog.blogspot.com/news-for-africa

   

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