Dieci giorni dopo l'omicidio di George Floyd da parte di agenti di polizia, a Minneapolis, l'America si è ritrovata in un unico grande respiro antirazzista, con manifestazioni in tutti gli Stati.
Un milione a Washington di fronte alla Casa Bianca, dove Trump resta asserragliato ben protetto da polizia paramilitari.
Tuttavia, la protesta pacifica, alla fine piega #TheDonald che si vede costretto a ritirare la Guardia nazionale.
Le tensioni ormai sono solo un pallido ricordo dei primi giorni di rivolta anche a causa delle infiltrazioni - oramai è chiaro di suprematisti bianchi e razzisti nonché supporter dello stesso "presidentissimo" messi all'angolo dalla svolta pacifica - e, da New York a San Francisco e Los Angeles il movimento Black Lives Matter è ben concentrato sugli obiettivi e sui cambiamenti da ottenere da queste giornate storiche.
La giornata di sabato che è stata caratterizzata la storica marcia per i diritti civili degli aframericani, a cui si sono aggiunti sempre più bianchi che vogliono, una volta per tutte, mettere da parte sul razzismo dilagante della polizia americana, ha visto anche la conquista della ribalta della sindaca Muriel Bowser: la leader che mancava al movimento. In aperta sfida contro Trump è riuscita a spuntarla sull'uso dei militari in piazza e poi, ha dato il via libera affinché gli attivisti scrivessero sul selciato della 16sima strada di Washington, a caratteri cubitali del nome del movimento: Black Lives Matter; la strada che porta alla Casa Bianca. Non solo, la sindaca, afroamericana, ha anche deciso di intitolare la piazza al movimento: "Black Lives Matter Plaza".
Non si tratta di gesti simbolici: più passano i giorni - mentre scriviamo, a Houston, è in programma l'estremo saluto a George Floyd e, a centinaia, si sono dati appuntamento, nella città natale dell'afroamericano ucciso in modo disumano per soffocamento a seguito della compromissione del ginocchio di un agente di polizia di Minneapolis - è più sono reali le parole della figlia di 6 anni di Floyd, Gianna: "Papà ha cambiato il mondo".
La scintilla dell'assurda morte di George Floyd ha svegliato molte coscienze, qui in America e nel resto del mondo dove risuona un solo grande urlo: basta col razzimo accompagnato dallo slogan del movimento Black Lives Matter: "No Justice, No Peace". Senza giustizia non c'è pace.
In tutto il mondo risuonano le drammatiche e dolorose ultime parole di George Floyd: "I can't breathe", "Non respiro"; in ogni angolo del globo, bianchi e neri a braccetto scendo in strada per fermare questa assurda pratica della polizia americana ma anche nel resto del mondo. Non c'è più posto per il razzismo e tutti hanno diritto al rispetto e al riconoscimento dei diritti civili.
(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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