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lunedì 8 giugno 2020

Madagascar, un Colosseo divide Antananarivo









La storia dell'Africa, a intervalli regolari, riesce a scrivere pagine di megalomania da parte di leader più o meno carismatici; capi popoli che, una volta arrivati all'apice dei loro mandati si credono depositari della loro capacità quasi divina di decidere qualsia cosa.
Questa storia  - che è del tutto contemporanea ai giorni nostri - è totalmente africana.  Siamo in Madagascar e, il protagonista è l'attuale presidente malgascio, Andry Rajoelina.

Con l'avvicinarsi del 60esimo anniversario dell'indipendenza (dalla Francia n.d.t), il 26 giugno, suscita polemiche il progetto di rinnovamento, voluto dal presidente Rajoelina, del Rova di Antananarivo  - la capitale - , l'area dove sorgono i palazzi reali.
E' stata svelata infatti la costruzione di un'arena, in stile Colosseo e le polemiche sono divampate in modo serrato, tanto da dividere (tra favorevoli o contrari) l'intera città malgascia.


-Il punto di vista dell'associazione Amici del Patrimonio del Madagascar


Di fronte alle varie reazioni al restauro del Rova di Antananarivo, che andò letteralmente in fumo a causa di incendio nel 1995, l'associazione degli Amici del Patrimonio del Madagascar o Aron'ny harem bako - Pirenena Malagasy (APM) rilascia un preciso punto di vista durante la conferenza stampa in cui, da una parte si elogia "per la lodevole intenzione del progetto (presidenziale, n.d.t) del progetto Restauro della Rova, composta da una serie di palazzi reali, sulla Collina più Alta di Antananarivo, incluso il Palazzo della Regina - o Manjakamiadana - una delle gemme della capitale. Tuttavia, siamo stati anche tra i primi  a mettere in guardia l'opinione pubblica e a sfidare le autorità pubbliche in merito alla necessità di rispettare le norme appropriate in materia di gestione di un patrimonio comune".





L'associazione degli Amici del Patrimonio del Madagascar aveva chiesto in particolare che l'identità visiva e la sacralità della Rova di Antananarivo fossero rispettate e che non fossero introdotti nuovi elementi visivi, tenuto conto del suo simbolismo a livello di sovranità nazionale per tutto il popolo malgascio.

La stessa associazione non nasconde lo stupore per la conferenza stampa del Ministero della Comunicazione e della Cultura, tenutasi lo scorso del 22 maggio di fronte allo stato di avanzamento dei lavori e, l'aspetto visivo della costruzione architettonica.





Si tratta di un Colosseo, o un'arena, secondo i diversi nomi scelti dai gestori del progetto; in ogni caso, un anfiteatro all'aperto di 700 metri quadri in cemento, con una capienza massima di 400 posti, chiamato Kianja Masoandro.

"Appare chiaro che, oltre alla sua incongruenza, questa struttura non ha nulla a che fare con l'architettura iniziale del sito, né con la storia del Madagascar, tanto meno con la sua cultura", scrive Désiré Razafindrazaka, Presidente dell'Amis du Patrimoine de Madagascar (APM) e Membro titolare dell'Accademia malgascia comandante delle arti, delle lettere e della cultura, aggiunge "Infine, non cesseremo di esortare le autorità pubbliche a mettere in atto tutte le misure utili a favore della salvaguardia della Città Alta, della sua autenticità e integrità, solo a titolo di esempio il Rispetto di una zona di protezione del Patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico (ZPPAUP) e quella delle leggi urbanistiche e di costruzione. Senza dimenticare la conservazione degli edifici architettonici e / o storici della capitale, sia pubblici che privati, e molti dei quali sono in pericolo".


-Le spiegazioni di Andry Rajoelina non convincono










Le spiegazioni presidenziali fornite in un lungo intervento televisivo dello scorso 31 maggio, per giustificare il progetto non convincono. Al contrario, hanno suscitato perplessità nei difensori del patrimonio, storici e accademici come il generale Dédoré Ramakavelo, il professore Raymond Ranjeva e lo stesso curatore Hary Rason.
Dal canto suo, il presidente della Repubblica del Madagascar, Andry Rajoelina si è difeso così dalle critiche:

"Non facciamo nulla,abbiamo studiato a lungo, abbiamo consultato gli esperti, abbiamo mantenuto le procedure richieste da chi conosce la storia. (...) Non sono io a prendere iniziative. (...) Se non si comprende ora la validità dell'opera, la si capirà domani".

Resta da capire se questo "domani" non sia un azzardo a cui non si potrà porre riparo, ossia, se non sia tardi per evitare l'esclusione dell'inserimento della zona  tra i patrimoni Unesco.
(Fonte.:koolsaina;madagascar-tribune;afriqueacutudaily)
Bob Fabiani
Link
-www.koolsaina.com
-www.madagascar-tribune.com
-https://afriqueactudaily.com
  

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