Il Madagascar celebra oggi 26 giugno 2020, il 60esimo anniversario dell'Indipendenza dalla Francia con una serie di attività in tutta l'isola.
Le cerimonie sono guidate dal presidente malgascio Andry Rajoelina con una grande parata tenuta ad Antananarivo, la capitale, sul viale dell'indipendenza, dove le truppe fiancheggiavano le strade mentre il presidente era a bordo di una antica Cadillac.
Gli eventi sono in corso nonostante la crisi sanitaria causata dal Covid-19 (la situazione nell'isola a oggi vede 1.922 casi con i decessi di 16 persone) con la maggior parte dei funzionari di sicurezza e altri partecipanti che indossano mascherine.
-Democrazia e dimostrazioni: presidenti e rivoluzioni
Il giorno dell'indipendenza è anche l'occasione per dare spazio ai ricordi di quanti hanno subito le conseguenze della drammatica stagione coloniale con le cicatrici dolorose impresse sulla pelle che riecheggia anche tra la generazione di oggi.
Una delle vittime dei padroni coloniali è Randriamamonjy, combattente per l'indipendenza del Madagascar.
"Ogni mattina ci facevano salire su per la collina. I fucilieri senegalesi con i francesi attuavano una guardia arcigna e spietata, ci frustavano come se fossimo asini che tirano un carro".
Riannodando i fili dei ricordi conclude: "Ci hanno fatto camminare su terreni accidentati, avanti e indietro. Ore e ore. La pelle si lacerava per queste pratiche. Ho ancora cicatrici sulle ginocchia e sulla schiena, ancora oggi. I senegalesi ci apostrofavano così: "Ti arrendi adesso?". Io rispondevo sempre alla stessa maniera, l'unica possibile: preferivo morire con i miei fratelli caduti".
-La storia
Il 1947 segnò l'inizio della rivolta per l'indipendenza che durò fino al 1949 e provocò la morte di 100 mila cittadini. Alcuni furono uccisi nell'insurrezione, altri morirono di fame e freddo dopo essere fuggiti nelle foreste.
Il Madagascar è tra i primi paesi a ribellarsi contro i padroni coloniali nel 1947 in Africa. La libertà arrivò solo 13 anni dopo, il 26 giugno 1960: l'anno dell'Africa.
Quando la Francia decise di concedere l'indipendenza al Madagascar, Philibert Tsiranana fu uno dei candidati alla presidenza, carica che ottenne nel 1959.
I malgasci non hanno avuto molte opportunità per esercitarsi nella democrazia. Durante il periodo monarchico o quello dell'occupazione francese non vi erano le premesse. Persino una volta ottenuta l'indipendenza nel 1960, all'elezione del primo presidente seguì ben presto l'improvviso arresto dei tentativi democratici. Nel 1972 un golpe portò l'esercito al potere.
Dal 1975 la dittatura militare si consolidò tramite l'ammiraglio Didier Ratsiraka. Dalla fine del dominio monopartitico nel 1991 il Madagascar sta tentando di instaurare la democrazia.
-Una rivoluzione pacifica
L'emancipazione politica del popolo malgascio iniziò nei tardi anni Ottanta, assieme alle crescenti critiche e opposizioni al sistema di governo. Tale sviluppo sfociò negli anni 1990/91 in grandi dimostrazioni contro il regime in corso. E' interessante osservare che nello stesso periodo anche nei paesi del centro ed est Europa ci furono insurrezioni contro il regime dittatoriale.
Nella prima metà del 1991 centinaia di migliaia di persone si riversarono giorno dopo giorno nelle strade per dimostrare pacificamente a favore di un cambiamento politico. Di questo enorme movimento dell'Africa verso la democrazia l'opinione pubblica si accorse a malapena, in quanto a quell'epoca erano i cambiamenti politici in Europa ad attirare tutta l'attenzione. Grazie al "potere al popolo" si arrivò infine a un governo di transizione e nel 1993 alle prime libere elezioni democratiche dopo due decenni.
(Fonte.:africanews;jeuneafrique;madagascartribune)
Bob Fabiani
-www.africanews.com
-www.jeuneafrique.com
-www.madagascar-tribune.com
Nessun commento:
Posta un commento